STAGIONE 2020 DEL FESTIVAL GAUDETE!

Poche decine di giorni or sono, nella speranza di poter proseguire normalmente il Festival, l’anno, la vita, inviavo il mio pensiero introduttivo all’adorata amica Mara Colombo, direttore artistico di “Gaudete!”, con rinnovata gioia e rinvigorito entusiasmo, in uscita dalla passata, splendida stagione e pronto all’imminente.

In un istante quel primo editoriale ha perduto linfa, concretezza, attualità… ma non valore.

In armonia con Mara, lo ripropongo così com’era, perché se il presente ci è stato strappato dal caso, o dal caos, suo infido anagramma, non ci verrà strappato il futuro; e in quel futuro, di certo, ci sarà musica!

 

Ha cinquantacinquemila anni l’oggetto che si ritiene essere un frammento del più antico flauto d’osso rinvenuto dagli archeologi; e non stiamo parlando di un “banale” strumento percussivo, bensì di un artefatto nato per esprimere melodie definite, quante e quali non sappiamo, perché espulse dall’umana memoria ancor prima di giungervi, per via dell'inesistenza di supporti atti a conservarle.

Se non avessimo ritrovato quest'osso scavato e forato, non avremmo nemmeno notizia della pratica della musica nel Paleolitico: la scrittura infatti sarebbe stata inventata cinquantamila anni più tardi, cioè soli cinquemila anni fa.

Questa breve riflessione introduce la tredicesima edizione del Festival internazionale di musica antica “Gaudete!”… e il lettore si chiederà il perché.

Nulla di più lineare: il desiderio è di parlare di cultura della tradizione.

Tradizione deriva da tradere, cioè consegnare, trasmettere; e la musica, attività che interessa tutta l’umanità, è decisamente chiamata in causa, specie l’antica, tanto strutturata, preziosa e, fortunatamente, ricca di fonti.

Essa è madre della contemporanea e, in questa qualità, ha due doveri: primo tenersi desta, presente e accudente, secondo farsi maestra, non distante, ma prossima e dialogante.

La musica antica deve cioè vivere in armonia con la nuova, “in famiglia”, perché pur possedendo diversa forma, è sostanza dell’altra, e chi ascolta deve poter conoscere le ragioni di entrambe.

Così quest’anno “Gaudete!” propone momenti a loro dedicati, con concerti ed eventi di varia foggia.

Grazie alle nuove tecnologie, si sta sempre più consolidando un’intelligenza collettiva: tutto è interconnesso.

Per chi parla una lingua dotta le scelte sono dunque due: ritrarsi con sdegno o cogliere l’opportunità, inserendosi quale nuovo collegamento sinaptico in questo grande, diffuso sistema neuronale.

Al lettore dedurre la scelta operata.

Buon “Gaudete!” 2020.

 

“Gaudete!” non si ferma, non può per natura, poiché nella sua irruente impalpabilità la musica supera ogni asperità, valica ogni confine.

Il Festival internazionale di musica antica rimane vigile, pronto a risorgere nel tempo migliore, corretto, propizio.

Nell’attesa si sta organizzando, ristrutturandosi per donare comunque all’affezionato pubblico - e chissà, a nuovi amici - riflessioni e note che verranno messe a disposizione sul sito.

Giungerà la newsletter, come di consueto: per chi ancora non si fosse iscritto, quale momento migliore?

 

Franco Pistono


Attività  Didattiche 2020

      Corso Annuale di tastiere storiche per bambini e ragazzi

      

      Sono in svolgimento lezioni individuali online con il Maestro

       Silvano Arioli.

       Il corso terminerà a giugno e in settembre si apriranno le

       iscrizioni per l'anno 2020/2021 le cui lezioni si svolgeranno                           frontalmente se l'emergenza sanitaria covid-19 lo permetterà                       altrimenti si procederà online. 

       Chi fosse interessato al nuovo corso potrà rivolgersi al                                 seguente indirizzo e-mail di segreteria :                                                     atriacamusicale@gmail.com o contattandoci telefonicamente         al           numero 348.8209119. 

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MISERERE: DAL CORDOGLIO ALLA LUCE              Triacamusicale e Cantores Mundi                          tornano a Grignasco e Oleggio                              il 25 e il 26 settembre

Il Festival internazionale di musica antica “Gaudete!” riapre la stagione concertistica il 25 e il 26 settembre con Miserere, spettacolo che affronta il tema del cordoglio, preludendo alla rinascita - culturale, nel caso - che tutti auspichiamo.

A Grignasco e Oleggio saranno eseguite opere di vari compositori, tra i quali Johannes Ockeghem, Josquin Des Prez e Orlando di Lasso, tutti e tre figli delle Fiandre.

Questa loro comune origine stimola e concede una più ampia riflessione che, pur strappando righe alla introduzione delle esecuzioni, pare impellente condurre.

Quest’anno la terra fiamminga avrebbe dovuto ospitare, aprendosi a un incalcolabile numero di visitatori, una straordinaria mostra dedicata non a un musicista, bensì a un pittore: Jan Van Eyck. La mostra, intitolata “An optical revolution” (Una rivoluzione ottica), avrebbe aperto a Gand, dov’è custodita una tra le sue opere più celebri: il Polittico dell’Agnello Mistico.

Protagonista della pittura del maestro è indubbiamente la luce, una luce particolare che, pur facendo presa sulle emozioni, va oltre; imponente, assoluta, essa invita occhi e intelletto a indagare, scavare, contare e catalogare ogni cosa, è una luce reale che non mostra la fatica né il dolore delle pennellate, che non trema rivelando la verità del mondo.

Questo stile concreto, questa attenzione analitica e paziente, ci serve oggi da guida, metafora di una ragione che chiarisca, contrapponendosi al buio della schizofrenica, imperante paura; con essa noi possiamo, accolto il dovuto cordoglio, aprirci a una nuova, vitale stagione di normalità.

“Miserere mei, Deus”, “Pietà di me, o Dio”; così il Salmo il cui esordio dà il titolo ai concerti, tornando ora a essi. Ci si rivolge a Dio invocandolo: “Nel tuo amore fai grazia a Sion, rialza le mura di Gerusalemme”.

Si domanda all’onnipotente di agire oggi, per ricostruire il domani, forgiando un ponte rivolto al futuro, quasi a ricordare il nostro ruolo: custodire, conservare e, in ultimo, edificare per chi verrà.

La pittura, la musica, messe nell’angolo perché pericolose (le mostre sono affollamenti, i cori sono fonti di droplets, anglicismo traducibile in goccioline respiratorie) sono ciò per cui vale la pena di vivere, danno senso all’esistenza conferendo qualità ai giorni, creando relazioni e riflessioni.

Riprendiamoci dunque gli spazi della cultura, torniamo ad abitare questi eventi, con giudizio e con fiducia, perché senz’arte non c’è umanità e qualsiasi flagello, imponente o meno, a quel punto sarebbe stupido affrontare, perché ci troverebbe già morti.