Ensemble Delfico

VENERDI' 8 NOVEMBRE 2013, GATTINARA (VC)

CHIESA MADONNA DEL ROSARIO, ore 21.15

 

Ensemble Delfico

Viaggio in Europa, fra strade maestre e sentieri secondari

 

Francesco Spendolini, clarinetto antico

Mauro Massa, violino

Andrea Vassalle, violino

Gerardo Vitale, viola

Valeria Brunelli, violoncello

 

Informazioni:

 

Concerto ad ingresso libero e gratuito.

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Il posto Ti sarà tenuto fino a 15 minuti prima dell'inizio di ogni evento. I posti riservati non occupati entro questo termine verranno ridestinati al pubblico presente.

L'Ensemble Delfico nasce dall'incontro di 8 musicisti italiani che si occupano di musica su strumenti originali. Essi collaborano con importanti gruppi europei come: Accademia Bizantina, Europa Galante, Academia Montis Regalis, I Barocchisti, la Chambre Philharmonique, Divino Sospiro, La Petite Bande, Concerto Köln, l'Orchestre Barocca Zefiro, OAE e molti altri. Le loro strade si sono incrociate molte volte all’interno di questi gruppi e nelle accademie europee; la loro amicizia, la reciproca conoscenza professionale, la passione per l’uso degli strumenti originali e per l’approccio storicamente informato alla musica, alla fine, li hanno convinti a creare l’Ensemble Delfico. Il gruppo ha un organico variabile che si basa sul quartetto d’archi Delfico; attraverso l’unione con gli strumenti a fiato l’Ensemble, che ha come obbiettivo la valorizzazione del patrimonio musicale del periodo compreso tra il classicismo e la nascita del romanticismo, può presentarsi in varie formazioni, dal quintetto all’ottetto. Nell’occasione della residenza artistica presso il Centro Culturale di Ambronay il gruppo si è proposto l’ambizioso proposito di rivisitare l’Ottetto D. 803 di Schubert, capolavoro della musica da camera per organico misto di archi e fiati, con l’obiettivo di riportare la partitura alla purezza dell’esecuzione originaria attraverso lo studio approfondito delle fonti manoscritte e l’uso degli strumenti d’epoca.

 

Programma:

 

V. Manfredini

Quartetto in do maggiore

 

W. A. Mozart

Quartetto K421

 

C. M. von Weber

Quintetto per clarinetto


Note al programma

Quello che qui si propone è un viaggio attraverso Italia, Austria e Germania, tramite l'arte immateriale per eccellenza. Un percorso inedito, che dall'Italia di fine Settecento ci porta ad ascoltare i capolavori della musica da camera europea, ricercando in essi le tracce dell'humus culturale di cui si sono nutriti. Il tentativo di un percorso come questo è quello di sottrarre i grandi capolavori al loro isolamento, e rileggerli come episodi particolarmente luminosi di una storia complessa, fatta anche di zone d’ombra, di sentieri inesplorati: di vie secondarie, per così dire, che tuttavia confluiscono in una storia comune, contribuendo nel loro piccolo ad orientarne lo sviluppo. Quello che si può instaurare fra i protagonisti e le comparse di questa storia è un dialogo inesauribile, che supera qualsiasi gerarchia, e che nelle pieghe delle differenze e delle tensioni rivela la presenza come di un’aria di famiglia, di un terreno comune di coltura. Ed è dunque seguendo le battute di uno di questi possibili dialoghi che intraprenderemo questo viaggio, divertendoci a cogliere negli interlocutori contaminazioni e provenienze comuni.

Si parte dall’Italia, da un autore poco conosciuto, Vincenzo Manfredini (Pistoia 1737 – San Pietroburgo 1799). Maestro italiano alla corte degli Zar tra il 1757 e il 1769, tornò in Italia e si dedicò al melodramma, alla trattatistica e alle composizioni strumentali, tra cui i sei quartetti del 1781. Il quarto, che qui si propone, col suo Adagio drammatico di gusto operistico, rende perfettamente l'idea della grande forza e influenza che i compositori di casa nostra avevano su tutta l'Europa, e lancia un ponte sui due capolavori proposti nella seconda parte del programma.

Seconda tappa, l’Austria della grande stagione del classicismo. Da qui si sceglie il Quartetto K421 di Mozart, secondo della raccolta dedicata ad Haydn. Composto nel 1783 a Vienna, è uno dei lavori più cupi e complessi del compositore salisburghese. Capolavoro assoluto del repertorio quartettistico classico, esso affonda le sue radici certamente nell'Italia amata e visitata dal giovane Amadeus, oltre che nella sapienza compositiva del suo celebre dedicatario.

Il viaggio, infine, approda in Germania. Siamo a Monaco, nel 1811. Carl Maria von Weber incontra un grandissimo musicista, il clarinettista Heinrich Joseph Baermann (1784-1847), paragonato al celebre tenore italiano Rubini, il più noto nell'Europa di inizio 800. Ancora una volta reminiscenze italiane: la celebrità di un clarinettista tedesco si misura su un’allusione all'Italia e al suo melodramma, negli anni in cui nasceva l'astro di Gioacchino Rossini. Ma l’influenza italiana su Weber non si riduce certo all’aneddotica: il Quintetto op. 34, composto per Baerman tra il 1811 e il 1815, risente infatti in misura significativa del clima europeo di quegli anni, pervaso di gusto italiano.

In ogni viaggio che si rispetti, d’altra parte, non può mancare un adeguato mezzo di trasporto. Si tratta, in questo caso, dello studio storicamente informato: un principio che orienta sia la composizione del programma, operata sulla base di un'attenta ricostruzione delle fonti, sia le scelte esecutive. È infatti nel rispetto di questo principio che si è deciso di eseguire il Quintetto di Weber con un clarinetto originale del 1808. Non si tratta, si badi, di un atteggiamento meramente antiquario, che finisce per confinare le opere nel loro passato: la filologia, al contrario, diventa qui un mezzo per fare rivivere le opere, nella loro dimensione più autentica, e dunque nella loro forza comunicativa più profonda. Perché comprendere oggi un’opera del passato, e comprenderla nella sua eterna attualità, non può che passare dalla restituzione ad essa della sua antica voce.

Buon ascolto, dunque, e buon viaggio.

 

Annamaria Vassalle

Informazioni:

 

Concerto ad ingresso libero e gratuito.